Il vuoto creato dalla dipendenza dal fumo.

Spesso le dipendenze si creano e si alimentano perché cerchiamo qualcosa di esterno al nostro vero essere, qualcosa che possa aiutarci a placare l’ansia che ci assale e ci fa sentire in uno stato di paura e di incertezza.

È proprio questo il vissuto che sperimentano i fumatori quando sentono il bisogno irrefrenabile di fumare e di placare quel senso di insoddisfazione che è tipico di ogni dipendenza.

Riuscire a osservare e comprendere questo meccanismo nel momento in cui accade può aiutare a spezzare i comportamenti automatici della dipendenza e comprendere l’esperienza del vuoto e del pensiero ossessivo associato a essa.

Il vuoto che percepiamo quando abbiamo bisogno di fumare e’ una sensazione di vuoto interiore che mettiamo in relazione a qualche aspetto del nostro essere che non è stato nutrito e non si è quindi sviluppato nei tempi giusti.

Nella nostra vita quotidiana cerchiamo spesso di riempire quel vuoto con il desiderio, anche inconsapevole e illusorio che qualcosa o qualcuno, possa farlo al nostro posto.

Sono tante le ragioni per cui il vuoto esiste, alcune inspiegabili, ma la maggior parte sono direttamente connesse a bisogni rimasti insoddisfatti. Questo vuoto, tipico anche della condizione del fumatore, riemerge proprio nel momento in cui i sintomi della dipendenza dalla nicotina affiorano.

I vuoti che tutti noi spesso sperimentiamo nella vita di tutti i giorni sono connessi al bisogno di calore e contatto, altri sono sono relativi alla fiducia, altri ancora sono vuoti di sostegno o di riconoscimento. Questi vuoti creano una costante ansia e insoddisfazione che porta in chi li vive a cercare un modo per alleviarli.

Se pensiamo che i vuoti accumulati nel passato possano essere una causa presumibile di sviluppo di una dipendenza, nel nostro caso di una dipendenza dal fumo, è una teoria che sembrerebbe attraente ma azzardata.

Ritengo invece che la sensazione di insicurezza e di ansia, che è associata all’essere un fumatore, sia molto simile al vissuto di mancanza e di vuoto che si è sperimentato nella propria storia personale ma non ne è tuttavia la diretta conseguenza.

Quando i giovani sperimentano per la prima volta il fumo di tabacco non sono certamente consapevoli del fatto che esso potrà renderli schiavi per tutta la vita. I giovani non sono stupidi e non desiderano cadere nella trappola della nicotina. Ma la trappola è studiata per essere, come tutte le trappole, un mezzo per creare più vittime possibili e, nel caso del fumo, per creare più dipendenti possibili e il più a lungo possibile.

La trappola della nicotina è escogitata in modo da farti sentire a proprio agio anche nel momento in cui ne sei già intrappolato. Per molto tempo può darti l’illusione di essere un sollievo e un aiuto ma nello stesso tempo farti sentire in uno stato costante di ansia e di incertezza.

Smettere di fumare, significa diventare più consapevoli dei vissuti di insoddisfazione e di frustrazione accumulati e evolversi a un livello di qualità superiore dell’essere. Raggiungere un livello superiore di qualità dell’essere significa superare i conflitti della mente, tipici della mente di un fumatore, e accettare i vissuti di insoddisfazione e frustrazione che questo comporta e finalmente uscire dalla paura e tornare ad un contatto autentico con il proprio essere più intimo.

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